L’interesse per i Rosa Croce di Ashmole fa parte di una più generale riscoperta degli scritti rosacrociani nella seconda metà del XVII secolo. Nel 1652 John Heyden pubblica la prima traduzione inglese della « Fama fraternitatis », mentre Thomas Vaugham – sotto lo pseudonimo di Eugenius Philalethes – diffonde i suoi scritti alchemici di carattere rosacrociano. Pertanto entrambi possono aver influenzato le nascenti logge massoniche. Le similarita’ nel linguaggio e nella liturgia tra le due associazioni sono riconducibili ad un fondo comune ovvero l’Esoterismo.
In effetti i primi Rosa Croce parlano di casa dello Spirito Santo, di costruzione visibile o invisibile, intangibile e indistruttibile, di edifici senza finestra né porta, di pietra angolare, di fondazioni, ma questo sembra essere un insieme di metafore che hanno origine dalle Sacre Scritture, con saltuari prestiti dall’Alchimia, ben diverso quindi dall’obbligo del silenzio e dai segni di riconoscimento che la Massoneria riprende dalle gilde degli artigiani edili.
Le associazioni Rosacruciane si svilupparono parallelamente alla nascente Massoneria e per entrambe le confraternite si pose il problema di darsi lustro rinvenendo le proprie origini lontano nel tempo. Vi sono poi personaggi che vestono la doppia affiliazione cosicche’ l’assimilazione delle strutture rosacrociane nella Massoneria promuove l’impulso verso la costituzione di gradi sempre più elevati. Nel 1710, cioè sette anni prima della pubblicazione della Costituzione di Anderson, « Sincerus Renatus » (un alias di Samuel Richter, pastore luterano, che si ritiene discepolo di Paracelso e di Jakob Böhme) pubblica « La vera e perfetta preparazione della Pietra Filosofale della Fraternità dell’Ordine della Croce d’Oro e della Rosa-Croce » , un trattato d’alchimia sulle pratiche di laboratorio.[1]
Nella prefazione, egli precisa che il testo non è opera sua, ma di un Professore dell’Arte del quale non può rivelare l’identità, e che i membri dell’Ordine hanno lasciato l’Europa per le Indie al fine di vivere più tranquillamente. In realtà, l’Ordine descritto da Sincerus Renatus sembra non sia mai esistito. Ad ogni modo, il termine «Rosa-Croce d’Oro» avrà una certa fortuna e alcune sue regole si ritroveranno più tardi nelle istruzioni del grado massonico-rosacrociano dei Principi Cavalieri Rosa-Croce.
Nel 1749, Hermann Fictuld pubblica « Aureum Vellus », nel quale parla di una Società dei Rosa-Croce d’Oro che si presenta come l’erede dell’ « Ordine del Vello d’Oro » fondato da Filippo il Buono nel 1492. Verso il 1757 egli crea un rito massonico a tendenza alchemica e la chiama « Società Roseæ et Aureæ Crucis o Fraternità dei Rosa-Croce d’Oro », composto da un insieme di gradi rosacrociani:.
Questa Società migra in diverse città come Francoforte sul Meno, Marburg, Kassel, Vienna e Praga, sembra spegnersi verso il 1764 e si riforma grazie a Schleiss von Löwenfeld e Joseph Wilhelm Schröder ; infine dà origine ad un altro rito massonico rosacrociano che si manifesta tra il 1770 e il 1777 in Baviera, Austria, Boemia e Ungheria. Tale Rito e’ dapprima adottato da una loggia massonica di Ratisbona, la « Mezzaluna dalle Tre Chiavi » poi nel 1771 anche da una loggia di Vienna « La Speranza » che darà origine a quella delle « Tre Spade » la quale diviene il vivaio di tale rito massonico-rosacrociano coltivante l’alchimia e la teurgia.
Dal 1776 alcuni membri della loggia delle « Tre Spade » [2] instaurano un nuovo Ordine massonico-rosacrociano che chiamano « Ordine della Rosa-Croce d’Oro d’Antico Sistema » e fara’ della loggia dei « Tre Globi » di Berlino il centro delle sue attività. Quest’Ordine adotta una gerarchia di nove gradi [3]:
- Juniores
- Teoretici
- Pratici
- Philosophi
- Minores
- Majores
- Adepti Exempti
- Magisteri
- Magi
L’insegnamento degli Juniores riproduce centodieci pagine dell’ opera “Opus mago-cabbalisticum et Theosophicum” del 1719 di Georg von Welling[4]. L’istruzione e il rituale dei Teoretici riprendono il « Novum laboratorium medico-chymicum » di Christopher Glaser (1677). Le operazioni alchemiche insegnate ai Magistri, sono recuperate da due libri dell’alchimista paracelsiano Henrich Khunrath: « La Confessio de Chao Physico-chemicorum catholico » (1596) e “L’Amphiteatrum sapientiæ æternæ” (1609).
I rituali e gli insegnamenti di quest’Ordine sono dunque orientati nettamente verso l’Alchimia. In questo ambiente in cui si mescolano Alchimia, Rosacrocianesimo e Massoneria nasce il celebre libro dei « Simboli Segreti dei Rosacrociani » del XVI e XVII secolo (Altona, 1785 e 1788) il quale, composto essenzialmente di trattati alchemici illustrati in modo magnifico, è spesso presentato come il libro rosacrociano più importante dopo i tre manifesti.
Il vero Ordine massonico della Rosa-Croce d’Oro d’Antico Sistema [5] possiede una caratteristica che lo differenzia dal Rosacrocianesimo del XVII secolo: rivendica una filiazione risalente a Ormus, o Ormissus, sacerdote egizio battezzato da San Marco. Ormus, quindi, avrebbe cristianizzato i Misteri dell’Egitto e fondato l’Ordine degli Ormusiani dandogli come simbolo una croce d’oro smaltata di rosso. Nell’anno 151 gli Esseni si sarebbero uniti a loro e l’Ordine avrebbe preso il nome di “Guardiani del Segreto di Mosè, Salomone e Ermete”. Durante il XII secolo tale Ordine ammette i Templari e quando nel 1118 i Cristiani perdono la Palestina, i membri dell’Ordine si disperdono per il mondo con tre di loro che vengono a stabilirsi in Europa e fondano « L’Ordine dei Costruttori d’Oriente ».
Lo spagnolo Ramon Llull e’ ammesso in tale Ordine e ivi inizia all’Arte un certo Edoardo I dei Plantageneti d’Inghilterra . In seguito solo i membri della casa di York e di Lancaster diverranno dignitari dell’Ordine; ecco perché alla croce d’oro – utilizzata come simbolo dell’Ordine – viene aggiunta anche la rosa che figura negli stemmi delle due famiglie. Così sarebbe nato l’Ordine massonico della Rosa-Croce d’Oro. Qualunque sia la sua filiazione mitica, quest’Ordine nasce in Germania nel XVIII secolo e si sviluppa essenzialmente nella scia della Stretta Obbedienza Templare, il rito massonico più importante nel paese.
Se finora il Rosacrocianesimo ha dato vita solo a gruppetti dei quali non si conosce alcun rituale sino ad oggi, l’Ordine Massonico della Rosa-Croce d’Oro di Antico Sistema ha invece lasciato vari documenti sulle sue attività. Conosce una grande diffusione nell’Europa centrale e numerose personalità come il principe Federico Guglielmo o Nicolai Novikov in Russia ne sono membri. L’Ordine viene messo « in sonno » dai suoi fondatori nel 1787, dopo aver dato nascita ai Fratelli Iniziati dell’Asia (1779), di cui è Gran Maestro Charles de Hesse-Cassel , allievo e protettore del Conte di St Germain.
In pratica con la nascita dell’Ordine della Rosa-Croce d’Oro d’Antico Sistema compare nella Massoneria l’alto grado di Rosa-Croce. La sua esistenza è attestata per la prima volta nel 1757 – nelle attività della Loggia dei « Figli della Saggezza » e della « Concordia » – col nome di Cavaliere Rosa-Croce e viene subito considerato il non plus ultra dei gradi della Massoneria. Esso diviene anche il settimo e ultimo grado del Rito Francese del 1786, e il diciottesimo del Rito Scozzese Antico e Accettato. Tuttavia il grado presenta una particolarità che susciterà molti dibattiti. Mentre tutti i gradi massonici insistono sull’universalità della saggezza, quello del Cavaliere Rosa-Croce è propriamente cristiano. Ecco perché alcuni massoni cercheranno di de-cristianizzarlo nel XIX secolo proponendo un’interpretazione filosofica del suo simbolismo. Nella sua « Stella Fiammeggiante » il barone di Tschoudy nota «il Cattolicesimo sotto forma di grado». Il suo simbolismo non evoca i temi del Rosacrocianesimo del XVII secolo e non parla di Christian Rosenkreuz, ma mette in scena il calvario del Golgota, la Resurrezione del Cristo e comporta due agapi nelle quali si condivide il pane e il vino, una cerimonia che ricorda l’Ultima Cena. Durante l’iniziazione a tale grado il candidato rivive le peregrinazioni successive alla distruzione del Tempio di Gerusalemme. Egli cerca la Parola Perduta e il suo viaggio gli consente di scoprire tre virtu’ : la Fede, la Speranza e la Carità e gli viene svelato il senso segreto di « I.N.R.I ».
I più antichi rituali del grado Rosa-Croce risalgono al 1760 (Strasburgo) e 1761 (Lione), ossia solo pochi anni dopo la comparsa della Societas Roseæ et Aureæ Crucis di Francoforte. Uno scambio di corrispondenza del giugno 1761 tra i Massoni di Metz e quelli di Lione rivela che i Lionesi praticano un grado sconosciuto ai loro fratelli di Metz, quello di « Cavaliere dell’Aquila » o « Massone di Eredom », altra designazione del grado massonico Rosa-Croce.
Per chiudere : I Rosacroce sono indicati come gli eredi di una catena di iniziati i cui anelli sono gli Egizi, Zoroastro, Ermete Trismegisto, Mosè, Salomone, Pitagora, Platone e gli Esseni. Un lineaggio questo che ricorda quello evocato da Michel Maier nel « Silentium Post Clamores » il quale riprende l’idea di Tradizione Primordiale tanto cara all’Ermetismo del Rinascimento. Si ritroverà questa nozione nel « Regolatore dei Cavalieri Massoni » o i quattro Ordini Superiori secondo il regime del Grande Oriente.
Vi abbiamo riproposto il testo scritto da autori invisibili e pubblicato anni orsono nel sito Axis Mundi (non quello odierno,che non ha alcunche'a vedere con quello originale) il quale rappresento' un riferimento sapenziale di rara profondita'.
[1] Che ha in appendice le cinquantadue regole alla base dell’Ordine della Rosa-Croce d’Oro, le quali indicano che l’Ordine – diretto da un Imperator eletto a vita – non deve avere più di sessantatré Fratelli.
[2] Johann Rudolf von Bischoffswerder (1714-1803), ufficiale prussiano, poi ministro della guerra alla morte del grande Federico, e Jean Christophe Wollner (1732-1800), pastore.
[3] I cui aspetti simbolici sono presentati nei testi della Riforma adottati durante un Convegno dell’Ordine tenutosi a Praga il 1777.
[4] Il libro attraverso il quale Goethe si inizierà al pensiero rosacrociano
[5] Precisiamo «massonico» per distinguerlo dai gruppi recenti che usano lo stesso nome senza tuttavia alcun legame con questi Rosacrociani del 18° secolo.
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